Fær Øer Islands Traverse

La Traversata delle Isole Fær Øer (o Faroe) è un thru-hike non ufficiale che ho sviluppato al fine di visitare gli angoli più suggestivi di questo splendido arcipelago atlantico collegando i più belli e significativi sentieri (in diverso stato di mantenimento) che un tempo connettevano i piccoli centri abitati delle isole settentrionali. Alcune porzioni minori del percorso sono su strada asfaltata o attraverso aree selvagge in totale assenza di traccia e/o segnaletica.

Perché percorrerlo

La Traversata delle Isole Faroe è un percorso ideato per l’escursionista medio, a patto che sappia gestire passaggi esposti sulle scogliere, che sappia “leggere” per tempo i cambiamenti del tempo traendone le giuste conseguenze e che sappia orientarsi nei punti sprovvisti di traccia o con traccia poco chiara. È sicuramente un percorso adatto agli innamorati della fotografia, in quanto le Isole Faroe sono tra i luoghi più fotogenici al mondo. È anche un percorso per chi voglia camminare in solitudine, ma con la sicurezza di non essere mai troppo lontano dalla civiltà.

Come arrivare

Le Isole Faroe sono raggiungibili in aereo direttamente da Copenaghen con voli SAS e Atlantic Airways (compagnia di bandiera delle isole). L’aeroporto si trova a 2 km da Sørvágur e l’itinerario è studiato per iniziare direttamente appena messo fuori il piede dal terminal!

Chi decidesse di raggiungere le isole via nave (traghetti dalla Danimarca, dall’Islanda e dalla Norvegia) arriverà invece nella capitale Torshavn e necessiterà di raggiungere Sørvágur via bus.

Fai clic sulla mappa per visualizzare i dettagli del percorso

Itinerario

Ogni tappa è corredata di traccia GPS (scaricabile dal link che si apre cliccando sulla mappa) ma quest’ultima deve essere utilizzata solo come indicazione approssimativa: la navigazione dovrà sempre essere affidata alla presenza di cairns, di una traccia chiara o all’individuazione dei passaggi più semplici, o più in generale al buonsenso. Per ogni tappa verranno indicati i punti di pernottamento, la presenza di punti di rifornimento viveri e le possibili variazioni (variante HARD –> percorso prevalentemente off-route, variante EASY –> percorso prevalentemente su strada asfaltata con indicati i possibili mezzi pubblici).

  • Tappa 1: dall’Aeroporto a Mykines
  • Tappa 2: da Mykines a Fjallavatn
  • Tappa 3: da Fjallavatn a Giljanes
  • Tappa 4: da Giljanes a Vestmanna
  • Tappa 5: da Vestmanna a Vikarvatn
  • Tappa 6: da Vikarvatn a Eiði
  • Tappa 6b: da Oyrarbakki a Kambsdalur
  • Tappa 7: da Eiði a Smorrokarvatn
  • Tappa 8: da Smorrokarvatn a Kambsdalur
  • Tappa 9: da Kambsdalur a Villingardalsfjall

Segnaletica

L’itinerario consigliato si svolge su cinque principali tipologie di traccia: strada asfaltata, strada sterrata, sentiero con traccia chiara, sentiero con traccia poco chiara o assente, assenza di sentiero.

Strada asfaltata –> a nessun thru-hiker che si rispetti piace camminare sull’asfalto, magari con automobili e camion a fargli il pelo, ma nelle Isole Faroe è spesso necessario, a meno che non si sia escursionisti particolarmente esperti in grado di muoversi fuori sentiero per lunghi tratti. La strada asfaltata diviene obbligatoria nel passaggio da un isola ad un’altra, percorrendo un ponte o un tunnel sottomarino. In particolar modo per i tunnel sottomarini (lunghi e stretti) è assolutamente sconsigliato percorrerli a piedi: si suggerisce di fare autostop (è sicuro e molto semplice) o di prendere un bus. Laddove sia previsto un passaggio per strada asfaltata, verrà presentata l’opzione bus (con tanto di orari) se disponibile, e una possibile via off-route (fuori sentiero) per chi volesse muoversi rigorosamente a piedi lontano dall’asfalto.

Strada sterrata –> questa tipologia di strade, raramente frequentate da automezzi, fungono spesso da collegamento tra un sentiero e una strada asfaltata, e consentono all’hiker di riposare i piedi e/o di mantenere un’andatura più sostenuta, anche se per tratti relativamente brevi. Ho scelto quindi di non evitare le strade sterrate, ma il loro numero rimane comunque esiguo nella totalità dell’itinerario.

Sentiero con traccia chiara –> alcuni sentieri sono particolarmente turistici, la traccia risulta sempre molto chiara e sono frequenti i cairns (omini di pietre, segnavia), anche di dimensioni ragguardevoli. Sebbene spesso molto frequentati (sarebbe meglio dire abbastanza frequentati, il numero di escursionisti è ancora decisamente basso nelle Faroe), diversi di questi sentieri sono stati inclusi nell’itinerario per la bellezza dei posti raggiunti e/o per la valenza naturalistica del sentiero stesso.

Sentiero con traccia poco chiara o assente –> sebbene alcuni sentieri che rientrano in questa categoria siano proposti ai turisti anche dall’ufficio turistico delle Faroe, non si dovrebbe sottovalutare l’impegno che queste antiche vie di comunicazione riservano all’escursionista. In questa categoria troviamo sentieri che, sebbene delineati nel loro svolgimento dalla presenza di cairns, non presentano una traccia riconoscibile (o riconoscibile solo a tratti), sia a causa della tipologia di terreno, sia per l’esiguo numero di escursionisti che li percorrono. Questi sentieri costituiscono la maggior parte dei tracciati inclusi in questa guida.

Assenza di sentiero –> nonostante abbia cercato di ridurre al minimo le porzioni di itinerario in assenza di sentiero, vi sono alcuni brevi tratti in cui è necessario muoversi in totale autonomia. Ogni qualvolta vi fosse un tratto in assenza di sentiero riporterò un’alternativa via strada asfaltata, con o senza mezzi pubblici. In aggiunta ai rischi che presenterò di seguito, è possibile che alcuni locali risultino infastiditi nel vedervi camminare fuori sentiero all’interno della loro proprietà (in alcune zone è espressamente vietato e vi è un forte rischio multe). Le porzioni di itinerario in assenza di sentiero che presento in questa guida sono però lontane dalle abitazioni e da aree in cui sia vietata la percorrenza.

Rifornimenti

Come per la maggior parte dei Paesi nordici è molto facile trovare lungo il percorso torrenti o altre fonti d’acqua presso cui rifornirsi. La maggior parte di queste fonti sarà potabile, ma consiglio ugualmente l’uso di un filtro. Per quanto riguarda invece i rifornimenti di cibo, l’itinerario è stato studiato per “portare” l’escursionista presso un supermercato ogni due-tre giorni di cammino, evitando così di dover trasportare ingenti quantità di viveri.

Nella spiegazione di ogni tappa viene indicata la presenza di punti di rifornimento.

Alloggi

Le Isole Faroe sono una nazione che solo recentemente ha iniziato a conoscere un turismo più consistente, ma la mia impressione è che non sia ancora pronta ad accogliere un tale flusso di visitatori. Gli hotel sono pochi e costosi, prevalentemente concentrati attorno alla capitale Torshavn (che non si trova lungo il percorso qui presentato). È presente un unico vero ostello della gioventù e i campeggi sono spesso male organizzati o con poco spazio per le tende. Una valida alternativa è data da AirBnB, ma non è stata presa in considerazione nelle proposte di alloggio di questa guida.

È inoltre importante ricordare che, non esistendo terreno pubblico, nelle Isole Faore è vietato il campeggio libero. In realtà se si campeggia lontano dai centri abitati o dalle abitazioni non vi è alcun problema (e spesso presso abitazioni isolate è sufficiente chiedere il permesso ai proprietari), ma in linea di massima è comunque difficile trovare luoghi adatti presso cui accamparsi: il terreno è infatti spesso acquitrinoso quando pianeggiante e il vento molto forte può mettere a dura prova le tende.

In questa guida ho cercato di disegnare tappe che consentano di campeggiare prevalentemente presso campeggi riconosciuti, con un paio di notti di bivacco presso luoghi particolarmente isolati e una notte in ostello. In questo modo i rischi di possibili noie con i locali sono di molto ridotti. Nulla vieta all’escursionista esperto di optare per più notti di campeggio wild o a quello meno esperto di preferire altre strutture ricettive (si consiglia però di prenotare con buon anticipo per una visita durante il periodo estivo).

Nella spiegazione di ogni tappa viene indicato anche la tipologia di alloggio suggerita.

Tappe consigliate

Tappa 1: dall’Aeroporto a Mykines

La prima tappa è la più breve dal punto di vista del cammino (solo una decina di chilometri), ma prevede il raggiungimento dell’isola di Mykines via barca. Dall’aeroporto ci si sposta verso ovest seguendo la strada asfaltata fino a raggiungere il porto di Sørvágur. Nei pressi è possibile acquistare viveri presso un piccolo supermercato (PE Sørvágur – indirizzo: í Bygdini 3, 380 Sørvágur) e le bombole di gas butano propano per il fornellino da campeggio presso un negozio di ferramenta (Handilsvirkið Niclasen – indirizzo: Bakkavegur 24, 380 Sørvágur), che è l’unico posto all’infuori della capitale Torshavn in cui sia possibile acquistare gas in formato utile per l’hiking.

Il traghetto per Mykines deve essere acquistato per tempo tramite il sito Mykines.fo. In caso di maltempo il viaggio in barca potrebbe essere cancellato. Durante la traversata in barca sarà possibile ammirare la cascata di Gásadalur da uno splendido punto di vista.

Dal 1 Maggio al 31 Agosto è necessario pagare un pedaggio per camminare a Mykines. Il costo è di 100 corone danesi (circa 13 euro) e può essere pagato presso il sito Hiking.fo, sezione “Visit Mykines”.

Una volta approdati all’isola di Mykines è semplice raggiungere l’omonimo abitato e individuare il sentiero che porta al faro. Suggerisco di mantenersi sulla traccia che corre in cresta: le viste sono incredibilmente affascinanti, si possono avvistare le sule in nidificazione sulle scogliere e si è letteralmente circondati dai puffins. Una volta raggiunto il faro è possibile seguire la traccia più bassa per tornare al villaggio, aumentando le possibilità di avvistare foche e, con un po’ di fortuna, balene.

È possibile campeggiare a Mykines in un area nei pressi dell’abitato. Per costo e informazioni basta rivolgersi all’unico bar (serve anche piatti caldi) che è anche ostello, del villaggio.

Se avete prenotato il ritorno a Sørvágur con il primo battello del giorno dopo sarete perfettamente in grado di proseguire l’itinerario senza intoppi.

Tappa 2: da Mykines a Fjallavatn

Questa tappa prevede il ritorno via barca a Sørvágur e circa 20 km di cammino, che possono essere ridotti a 13 percorrendo via autostop i 7 km di strada da Sørvágur all’inizio del sentiero per Gásadalur. È una tappa bella e varia, con alcuni tratti che richiedono attenzione e prudenza.

Da Sorvagur si prende la strada in direzione di Bøur e Gásadalur. Non c’è un servizio di trasporto pubblico lungo questa tratta, ma è facile fare autostop, perché molti turisti si recano a visitare Gásadalur in auto grazie al tunnel di recente costruzione.

Passeggiare lungo la strada non è però spiacevole e le viste sul fiordo sono decisamente gradevoli. Poco prima dell’ingresso del tunnel una strada sterrata sulla sinistra conduce all’imbocco del sentiero. La prima parte è piuttosto faticosa, essendo particolarmente ripida, ma viene affrontata con opportuni tornanti. L’intero sentiero è ben tracciato e sono visibili diversi cairns. Il sentiero non fa altro che superare un’imponente scogliera, e la vista dall’alto è incredibile. La discesa verso Gásadalur è ripida ma non presenta difficoltà particolari. Arrivati al villaggio è bene dedicare qualche minuto di visita alla cascata, prima di incamminarsi nuovamente. Gásadalur si trova in una specie di anfiteatro delimitato da montagne. Si prosegue verso nord e si volta leggermente verso est, lasciandosi alle spalle la strada asfaltata prima di uscire da un grande cancello di legno. Si attraversa quindi rimanendo sempre più o meno la stessa quota l’ampio pascolo che punta verso le montagne a nord-est. La traccia spesso scompare ma dei cairns sono visibili e in linea di massima è sufficiente tenersi a sinistra del fiume che origina la cascata di Gásadalur. La traccia ricompare evidente a ridosso delle montagne, ma appena prima si entra nel territorio di una coppia di skua, quindi attenzione agli attacchi! Il sentiero porta ad un passo tipicamente di montagna, caratterizzato da terreno roccioso e che concede una vista assolutamente eccezionale. Qui la traccia scompare nuovamente e bisogna muoversi verso sud-est in direzione del grande cairns posto sulla cresta (in caso di poca visibilità risulterà impossibile da vedere, ma anche chi cercasse un cairn più vicino non lo prenderebbe in considerazione). Raggiunta la spalla del monte Eysturtindur si comincia a scendere in direzione sud-est seguendo principalmente lontani cairns. Si arriva quindi nei pressi di un laghetto circolare dal quale ci si tiene lontani per evitare il terreno acquitrinoso. Si guada (è possibile saltare di sasso in sasso) il torrente Gullringsa per poi superare un passaggio molto esposto su di una falesia. Una traccia è vagamente visibile, ma i cairns sono assenti. La traccia scompare nuovamente presso il fiume Reipsa, emissario del grande lago Fjallavatn. Un cairns sembra suggerire un punto di guado, ma il nostro itinerario si mantiene a sud del lago, e non è quindi necessario alcun guado.

Tappa 3: da Fjallavatn a Giljanes

Questa tappa si svolge quasi interamente su sentiero, con alcune porzioni su strada, e misura circa 22 km. Vi è una variante EASY per chi preferisse seguire un tratto di strada asfaltata anziché il sentiero per Miðvágur.

Dalle sponde meridionali del lago Fjallavatn ci si sposta verso est e, guadato un corso d’acqua, si risale il crinale fino ad incrociare un evidente sentiero sufficientemente largo per il passaggio di quad.

Si segue la chiara traccia fino ad arrivare ad una strada sterrata che si percorre finché non diviene asfaltata nei pressi dell’abitato di Vatnsoyrar. Da qui si può prendere il sentiero suggerito in questo itinerario o seguire la variante EASY.

Tappa 4: da Giljanes a Vestmanna

La quarta tappa segna l’abbandono dell’isola di Vagar per quella di Streymoy, di cui questo itinerario esplora la metà settentrionale, rimanendo quindi lontano dalla capitale Tórshavn. Sebbene sia lunga circa 23 km, metà tappa può essere facilmente saltata in quanto si segue una strada asfaltata e si attraversa un lungo tunnel sottomarino. Anche chi preferisse spostarsi solo a piedi dovrebbe considerare l’idea di fare autostop per l’attraversamento del tunnel.

Dall’ostello di Giljanes si ritorna sulla strada 11 e la si percorre in direzione di Tórshavn fino all’abitato di Sandavágur. Lungo la strada vi sono supermercati presso cui è possibile fare rifornimento viveri. Il villaggio merita una breve visita, quantomeno per ammirare la caratteristica chiesa e la pietra in essa contenuta con incise delle rune riguardanti il primo colonizzatore norvegese di quest’area.

Variante HARD –> chi volesse ridurre al minimo la percorrenza su strada asfaltata può connettersi ad un sentiero che inizia all’estremità orientale del villaggio. Questo sentiero si dirama immediatamente in due tracce: una segue la costa per un certo tratto prima di scomparire, l’altro porta al fiume Fossa e ne risale il corso per poi scomparire. Seguendo quest’ultima traccia è possibile proseguire (in assenza di sentiero) verso il monte Malinstindur (683 m slm), aggirarlo ad est puntando verso il monte Breidistiggjur (594 m slm) e valicando il passo tra quest’ultimo e la vetta del monte Heldarstindur (572 m slm), scendendo in direzione nord/nord-ovest fino ad incontrare la strada che s’immette nel tunnel. Tutta l’area montuosa dalla fine del sentiero è selvaggia con alcuni punti esposti ed è consigliabile avventurarvisi solo se le condizioni meteorologiche sono buone.

Da Sandavágur è possibile camminare lungo la strada 11 fino in prossimità del tunnel e qui fare autostop, oppure è possibile prendere il bus 300 per Tórshavn. In entrambi i casi si chiede di scendere alla rotatoria all’uscita del tunnel, in prossimità dell’abitato di Stykkið-Leynar. Si prosegue lungo la strada voltando a destra, verso sud, e si prosegue per un paio di chilometri superando il villaggio di Stykkið e giungendo a quello più grande di Kvívík. Si segue la strada mentre aggira il villaggio e, giunti dall’altra parte della piccola baia, si abbandona la strada per risalire la collina, avendo come unico riferimento dei grandi cairns (ma nessuna traccia). Il sentiero continua a salire inoltrandosi verso le montagne ma mantenendosi in vista della strada, che segue invece fedelmente la costa. A poco più di 350 metri di quota il sentiero diviene più pianeggiante e la traccia compare, via via più chiara man mano che si procede verso Vestmanna. Anche i cairns diventano più frequenti. Traccia e cairns scendono fino a condurre nuovamente in vista della strada 21 e della cittadina di Vestmanna. La discesa finale per la strada è a discrezione dell’escursionista, e suggerisco di valutare con attenzione il punto in cui scendere, essendo un declivio piuttosto ripido. Una volta sulla strada la si segue fino ad arrivare a Vestmanna. Un grande parcheggio sulla sinistra è il Vestmanna Campsite, che possiede un piccolo fazzoletto di terra destinato alle tende (non ci stanno più di 4-5 tende da 2 persone ciascuna, quindi è meglio prenotare. Vestmanna ospita un supermercato e diverse tavole calde.

Tappa 5: da Vestmanna a Vikarvatn

Dopo la breve e semplice tappa per giungere a Vestmanna, una tappa lunga, ma con alcune Varianti EASY per ridurla ed evitare tratti in assenza di sentiero. La tappa, così come è stata ideata, è di circa 30 km, di cui la maggior parte su sentiero.

Dal Vestmanna Camping si prosegue costeggiando la baia per poi salire lungo una strada con numerosi tornanti fino alle abitazioni più in alto sulla collina prospiciente la baia. Da qui un sentiero porta ad una scaletta per superare una recinzione, quindi si seguono i cairns e la traccia discontinua fino ad arrivare in vista del lago Frammi a Vatni.

ui il sentiero si divide in due, intuibile più per i cairns che si allontanano in diverse direzioni che per la traccia stessa: un sentiero attraversa le montagne verso est, portando al villaggio di Hvalvík (si tratta di un’alternativa interessante, specie per chi ha meno giorni a disposizione, ma si perde la splendida tratta tra Saksun e Tjørnuvík), mentre l’altro si spinge verso nord, incrociando una strada sterrata, per costeggiare per tutta la sua lunghezza il lago Frammi a Vatni, mantenendosi però a quote più elevate. Una volta raggiunta l’estremità settentrionale del lago il sentiero vira verso un evidente valico verso nord-est, passando per una zona caratterizzata da forte vento. Il sentiero discende quindi virando decisamente a est, per congiungersi alla stretta strada asfaltata “Saksunarvegur” che collega Saksun a Hvalvík. Non vi sono autobus attivi lungo questa via ma è facile ottenere un passaggio con autostop per chi volesse risparmiarsi i 7 km necessari a raggiungere Saksun. Di per sé la strada non è troppo trafficata ed è magnificamente collocata in un ampio canyon, il che rende piacevole il cammino. Saksun è un villaggio da cartolina e chi avesse tempo a disposizione potrebbe anche camminare lungo la spiaggia per aggirare il promontorio che crea il naturale porto di Saksun, e inoltrarsi lungo il fiordo. Il nostro itinerario corre però in direzione opposta e, seguendo un percorso turistico ben segnalato e delimitato (occhio a non uscire dal sentiero o si rischiano multe salate), ci si inerpica sulla ripida scogliera per andare a valicare le montagne che separano Saksun dal villaggio di Tjørnuvík. Le viste sono splendide in tutte le direzioni e il sentiero è chiaro, agevole e ben segnalato da numerosi cairns. La prima vista su Tjørnuvík e il suo porto naturale è da togliere il fiato, ma la discesa è ripida e in diversi punti è bene prestare attenzione. A Tjørnuvík è obbligatoria una pausa sulla nera spiaggia del villaggio, magari sfruttando la sabbia fina per far riposare i piedi. L’itinerario prosegue quindi lungo la costa, stavolta su strada asfaltata (la strada è piuttosto stretta e talvolta trafficata, ed è quindi bene prestare attenzione) fino al villaggio di Haldórsvík, da cui si prosegue off-route fino a raggiungere il lago Vikarvatn presso cui campeggiare liberamente. Da Haldórsvík si segue inizialmente il sentiero che porta a Saksun, che costeggia per un certo tratto un torrente; quando il sentiero si allontana dal corso d’acqua, lo si abbandona e si continua a seguire il torrente, proseguendo verso sud fino a raggiungere il lago Vikarvatn.

Tappa 6: da Vikarvatn a Eiði

Questa è la tappa dell’intero itinerario che meglio si presta alla libera interpretazione del singolo escursionista. Chi non avesse scelto la variante easy presentata nella tappa precedente dovrà raggiungere Oyrarbakki seguendo un percorso quasi interamente off-route, quindi decidere se raggiungere Eiði camminando per 12 lunghi chilometri lungo una strada asfaltata (non particolarmente interessante), usufruendo di un passaggio in auto via autostop o prendendo un bus. Un’alternativa, che verrà presentata come tappa 6b, eviterà Eiði per esplorare l’area centro-meridionale di Eysturoy.

Dal lago Vikarvatn ci si incammina verso sud-ovest verso il passo tra il monte Givrufelli (701 m slm) e il monte Langafjall (599 m slm). Nelle giornate di bel tempo è consigliabile raggiungere la cresta e seguirla in direzione sud-est passando anche la vetta del monte Sandfelli (537 m slm) e quella del monte Rossafelli (453 m slm), per poi virare verso est cercando la via meno ripida per scendere verso la strada 10 che porta a Nordskali e Oyrarbakki. Alternativamente ci si può mantenere a mezza costa, sfruttando la pendenza non troppo elevata del crinale. Da Oyrarbakki è possibile prendere il bus 200 per Eiði o raggiungere il villaggio seguendo la strada 23.

Arrivati a Eiði è possibile prendere il sentiero che inizia alla fine della via “Korndalsvegur” e che risale il promontorio che domina il villaggio, con viste interessanti anche verso Tjørnuvík. Si ritorna per lo stesso sentiero usato in ascesa. Il campeggio si trova all’estremità nord-orientale del piccolo lago Nidara Vatn, in località Molin (o Moelin) ed è rappresentato da un campo da calcio! Nel villaggio si trova anche un negozio di alimentari presso cui è possibile rifornirsi di viveri.

Tappa 7: da Eiði a Smorrokarvatn

Dal campeggio di Eiði ci si rimmette sulla strada 23 e si continua verso sud fino al bivio con la “Gjaarvegur”. Da qui inizia un sentiero che, andando verso sud-ovest e rimanendo a nord del lago Eiðisvatn porta alla base del monte Slættaratindur, nel suo versante meridionale in corrispondenza con la strada Gjaarvegur. Da qui si segue una traccia che costeggia una recinzione che sale fino a circa 600 metri di quota. La traccia svolta quindi decisamente verso ovest per poi risalire la vetta aggirandola virando nuovamente verso est. Si scende per la stessa via utilizzata in salita fino a raggiungere nuovamente la strada.

Si segue la strada verso est fino al villaggio di Funningur.

Un sentiero, parallelo alla strada 60 prosegue verso sud rimanendo al di sotto delle verticali pareti orientali della catena montuosa centrale dell’isola. Il sentiero gira quindi verso ovest per valicare il passo tra il Midalfelli e il Skerdingur. Non si segue il sentiero nella sua ascesa al passo ma si prosegue per un breve tratto off-route continuando verso sud fino ad incontrare il lago Smorrokarvatn, presso cui è suggerito campeggiare liberamente.

Tappa 8: da Smorrokarvatn a Kambsdalur

Anche questa tappa, lunga 23 km, può essere modificata facilmente dall’escursionista, presentando diverse possibilità per abbreviarla. Dal lago Smorrokarvatn si procede verso sud/sud-est mantenendosi sulla stessa quota fino ad incrociare una traccia che, passando a nord del piccolo lago Hassvatn, arriva direttamente dal villaggio di Norðskáli, un chilometro a nord di Oyrarbakki. La traccia scende regolare fino a connettersi alla strada 60 nei pressi di Funningsfjørður. Si prosegue per poche decine di metri fino all’incrocio con la strada 60, la si segue per un centinaio di metri in direzione nord e si giunge al bivio in cui è possibile scegliere tra due differenti sentieri: continuando lungo la strada vi è un sentiero parallelo che percorre tutta la costa fino a giungere a Elduvík, mentre virando verso est/nord-est s’incontra una traccia che aggira il monte Dalkinsfjall (719 m slm) seguendo il corso del fiume Stora fino a Elduvík.

Indipendentemente dal percorso scelto, una volta ad Elduvík si prende un bel sentiero costiero (possibilità di vedere numerosi uccelli marini) che rimanendo dapprima a nord del monte Skoratindur (629 m slm) e poi virando verso sud/sud-est in corrispondenza del passo con il monte Tindur (603 m slm), raggiunge l’abitato di Oyndarfjørður. La traccia è sempre chiara e i cairns frequenti. Si segue quindi la strada asfaltata 63 fino alla giunzione con la 64 che si segue per meno di un chilometro fino a Hellur. Da qui un sentiero (la traccia a tratti scompare ma vi sono cairns sufficienti per togliere ogni dubbio) si inerpica verso sud-est in direzione del passo tra tre cime di altezza modesta (circa 400 metri), per poi scendere verso il villaggio di Fuglafjørður. Si segue quindi la strada 70 fino a giungere a Kambsdalur, dove è possibile campeggiare nei pressi dello Scout Lodge.

 

Tappa 9: da Kambsdalur a Villingardalsfjall

Dall’ufficio informazioni di Klaksvík si prende la via Fjosabrekka, si gira a sinistra per la via Kjalarvegur che si segue fino a svoltare a destra nella via Helnabrekka. Si prosegue per un centinaio di metri, quindi si prende un sentiero sulla destra che risale la collina fino ad un cancello di legno che si oltrepassa; qui inizia il sentiero, ben segnalato e tracciato, che porta a Katlarnir, l’antico tribunale delle Faroe (una grande pietra e alcune più piccole nelle vicinanze). Il sentiero si inerpica sul fianco della montagna raggiungendo il punto più alto al passo tra il monte Myrkjanoyrarfjall (689 m slm) e il monte Snaefelli (644 m slm). La vista è magnifica sia verso ovest che verso est. Si scende leggermente su traccia meno chiara e cairns meno frequenti fino a Katlarnir. Da qui è possibile scendere verso il villaggio di Arnafjordur, ma il nostro itinerario segue una traccia non sempre chiara che si sposta verso est passando un alto valico (circa 500 metri slm) tra i monti Tolvmarkaknukur (519 m slm), Toftaknukur (609 m slm) e Krunufjall (642 m slm). Il sentiero scende dal valico tra questi due ultimi monti fino a connettersi con la strada 74 nei pressi di Nordtoftir. Si segue la strada fino all’allacciamento sulla strada 70, quindi si prosegue lungo questa verso nord Variante –> Sebbene non sia inclusa nell’itinerario, vale la pena una visita all’isola di Kalsay e al suo celebre faro di Kallur Viti: si può prendere il traghetto 56 per Sydradalur, quindi il bus 506 per Mikladalur. Da Mikladalur (c’è un campeggio e la famosa statua della Donna-Foca) parte un sentiero che inerpicandosi sulle montagne porta a Trollanes, e da lì un altro sentiero ben segnalato conduce al faro.

fino a raggiungere Hvannasund nell’isola di Viðoy. Qui è possibile prendere il bus 500 fino a Viðareiði o camminare lungo la strada 70 per circa 7 km. Viðareiði è uno splendido villaggio ma non offre valide alternative per il pernottamento. L’itinerario prosegue lungo il sentiero ben tracciato e segnalato (con paletti blu) che dall’estremità settentrionale del villaggio risale il fianco della montagna Villingardalsfjall fino alla vetta. Il panorama è spettacolare e spazia dall’oceano alle montagne di Kunoy. Una traccia prosegue verso nord fino al punto in cui la scogliera si getta verticalmente nell’oceano. Questo tratto non è ben tracciato e il fondo è sdrucciolevole, ed è quindi bene prestare attenzione. Ci sono pochi punti validi per accamparsi in quest’area ma certamente un’ultima notte all’aperto in un luogo così suggestivo può valere la pena. Consiglio però di campeggiare così in alto solo se il tempo è davvero buono: il vento può essere incredibilmente forte!

1. Titolo statico della prima tappa

Ogni tappa è corredata di traccia GPS (scaricabile dal link che si apre cliccando sulla mappa) ma quest’ultima deve essere utilizzata solo come indicazione approssimativa: la navigazione dovrà sempre essere affidata alla presenza di cairns, di una traccia chiara o all’individuazione dei passaggi più semplici, o più in generale al buonsenso. Per ogni tappa verranno indicati i punti di pernottamento, la presenza di punti di rifornimento viveri e le possibili variazioni (variante HARD –> percorso prevalentemente off-route, variante EASY –> percorso prevalentemente su strada asfaltata con indicati i possibili mezzi pubblici).

Descrizione statica della prima tappa. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.

Difficoltà

Condizioni metereologiche –> il tempo cambia velocemente nelle Isole Faroe e una violenta tempesta può sopraggiungere nel bel mezzo di un assolato pomeriggio. Le forti piogge, le violente raffiche di vento, il repentino abbassamento della temperatura, la presenza di grandine e la scarsa visibilità rappresentano i maggiori pericoli per l’escursionista. In caso di maltempo suggerisco di accamparsi o di trovare riparo: normalmente entro poche ore il tempo tende a cambiare e potrete continuare la marcia in sicurezza. La nebbia fitta rappresenta un altro rischio molto serio nelle Faroe, ma nel periodo luglio-agosto non è un fenomeno così frequente come in altri periodi dell’anno.

Esposizione –> alcuni sentieri, sia con traccia chiara che assente, si sviluppano lungo falesie a picco sull’oceano dove un passo falso può risultare fatale. È importante avere passo saldo e saper rinunciare qualora si vedessero che le condizioni (bassa visibilità, forti piogge, vento particolarmente intenso) non permettano un passaggio sicuro. L’uso dei bastoncini da trekking può essere d’aiuto.

  • Guadi –> nell’itinerario non è stato incluso alcun guado ma verranno presentate deviazioni in cui è necessario guadare dei corsi d’acqua. Anche chi optasse per percorsi off-route dovrà considerare non così remota la necessità di effettuare dei guadi. Il guado di un corso d’acqua profondo o dalla forte corrente può essere molto pericoloso ed è necessario conoscere le tecniche per ridurre i rischi.
  • Animali –> con una popolazione animale costituita quasi esclusivamente da uccelli marini si potrebbe pensare che non vi siano animali che possano rappresentare un rischio alla nostra incolumità. La realtà è invece un’altra e il pericolo maggiore è rappresentato dagli skua. Gli skua, conosciuti in italiano come stercorari, sono un gruppo di uccelli marini simili a gabbiani, presenti nelle Faroe con due specie: il labbo e lo stercorario maggiore. Entrambe le specie sono estremamente territoriali e attuano atteggiamenti difensivi nei confronti di potenziali predatori che si avvicinino troppo ai loro nidi. Una singola coppia di skua tenderà quindi ad effettuare delle picchiate con repentine virate passando a pochi centimetri di distanza dall’intruso: un’esperienza poco piacevole! Peggio ancora è la situazione in cui si disturbi una colonia di questi uccelli: senza alcuna paura provvederanno .a beccarvi in testa! I bastoncini da trekking possono essere utili per cercare di tenerli a distanza, ma l’unica soluzione è allontanarsi repentinamente! Gli skua nidificano prevalentemente in zone prative sopra i 300 metri di quota e si può intuire il nostro sconfinamento quando una coppia di questi uccelli inizia a volare sopra di noi (a qualche decina di metri di distanza) in ampi cerchi, similmente a quanto fanno molti uccelli rapaci.
    Anche altri uccelli (beccacce di mare e chiurli principalmente) saranno infastiditi dalla vostra presenza ma si limiteranno a vocalizzare il loro disappunto.Una nota positiva è che nelle isole non sono presenti zanzare!
  • Acquitrini –> come per altre aree sub-artiche, la presenza di ampie aree acquitrinose può celare brutte sorprese: pozze più profonde con caratteristiche di sabbie mobili possono rappresentare una spiacevole avventura! Se off-route cercate di evitare le aree con terreno molle o, se è necessario il loro attraversamento, cercate di individuare le zolle di terreno solido, magari aiutandovi con i bastoncini da trekking

Clima

Il periodo migliore per visitare le Isole Faroe va da maggio ad settembre: le temperature sono miti e le isole sono popolate da migliaia di uccelli marini in nidificazione (tra i quali i puffin, i pulcinella di mare!). Durante l’estate la temperatura media è di circa 10-11°C, con minime variazioni tra la massima e la minima, anche meno di 1 grado centigrado! È invece importante ricordare che la temperatura può variare considerevolmente salendo di quota e che la temperatura percepita può essere di molto inferiore a causa del forte vento, una costante in queste isole. Durante l’inverno le montagne sono solitamente completamente innevate mentre le aree costiere rimangono libere dalla neve e non sperimentano quasi mai temperature particolarmente rigide.

Vie di fuga

Essendo una route, non un percorso ufficiale, non sono previste delle vere vie di fuga, ma la relativa vicinanza di centri abitati e strade facilita il compito a chi volesse terminare la traversata anzitempo.

Equipaggiamento

L’equipaggiamento per una traversata a piedi delle isole Faroe deve necessariamente includere giacca e pantaloni impermeabili, scarpe o scarponi con una suola che faccia ben presa sul fango e uno strato intermedio in pile per mantenersi caldi durante il cammino. L’unica vera accortezza per le Faroe ricade sul riparo: nonostante sia esperto nel suo utilizzo, ho avuto qualche problema con il tarp a causa delle raffiche di vento fortissime (anche superiori ai 100 km/h); consiglio quindi l’uso di una tenda, meglio se autoportante, di tipo geodetico o a tunnel. In generale le tende con una verticale superiore ai 110 cm potrebbero essere messe a dura prova.

Altre informazioni

  • Valuta: corona danese.
  • Lingua: Nelle Faroe le lingue ufficiali sono il faroese (simile all’islandese) e il danese, ma esprimendosi in inglese non si avranno problemi a comunicare con la maggior parte dei locali.
  • Rete telefonica: Nonostante siano formalmente parte del Regno di Danimarca (assieme alla Danimarca e alla Groenlandia), le Faroe non fanno parte dell’Unione Europea e non ne addottano quindi le leggi. Diversamente che in Danimarca non sarà quindi possibile usufruire del proprio piano tariffario per l’uso del telefono e la connessione internet. Molte aree delle Faroe non sono in ogni caso raggiunte dalla rete telefonica.
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