Moltissimi escursionisti ogni anno tentano di percorrere il GR20, ma solo una parte arriva a completarne il percorso. Questo è dovuto principalmente a due motivi: equipaggiamento non adeguato (troppo pesante) e una sottovalutazione generale delle difficoltà che caratterizzano questo percorso.
- Dislivello: il dislivello medio giornaliero si aggira attorno ai 1000 metri positivi, richiedendo così una buona forma fisica e un discreto allenamento.
- Passaggi pericolosi: molte zone di cresta sono caratterizzate da passaggi particolarmente esposti (non adatti a chi soffra di vertigini) e in molti casi è richiesta sicurezza nel passo e minime capacità di arrampicata (si parla di arrampicata facile, di primo, massimo di secondo grado, ma che richiede prudenza per l’esposizione). Molti di questi passaggi sarebbero attrezzati come ferrata se fossimo sulle Dolomiti, tanto per darvi un’idea. Va considerato che in caso di pioggia o in presenza di neve e ghiaccio, molti tratti possano diventare impercorribili.
- Clima: è il vero “nemico” lungo il GR20. L’estate è torrida e le zone d’ombra estremamente limitate. Si consiglia di partire prima dell’alba in modo da raggiungere il rifugio di fine tappa prima del pomeriggio. E’ comune infatti che durante i mesi di luglio e agosto si scatenino violenti temporali nel tardo pomeriggio, e bisogna evitare in tutti i modi di farsi sorprendere da questi fortunali lungo i sentieri (il pericolo rappresentato dai fulmini è particolarmente elevato). A maggio e a giugno le temperature sono più gradevoli, ma è comune trovare zone ancora ben innevate che possano richiedere l’uso di attrezzatura alpinistica adeguata (ramponi, picozza).